giovedì 28 aprile 2011

Miao.

Una sera, ritornando a casa dai miei vagabondaggi per la citta', ubriaco
fradicio, ebbi la sensazione che il gatto evitasse la mia presenza. Lo
afferrai, e l'animale, allora, spaventato dalla mia violenza, mi produsse sulla
mano, con i suoi denti, una lieve ferita. In un attimo fui invaso da una furia
demonica. Non mi riconoscevo piu'. Era come se la mia anima originaria mi si
fosse a un tratto spiccata dal corpo, e una malvagita' peggio che infernale,
alimentata dal gin, pervase ogni fibra del mio essere. Mi tolsi di tasca un
temperino, lo apersi, afferrai la povera bestia per la gola, e deliberatamente
gli feci saltare l'occhio dall'orbita. Arrossisco, avvampo, rabbrividisco,
mentre la mia penna descrive questa inaudita atrocita'.

Edgar Allan Poe, Il gatto nero.

2 commenti:

  1. Ehi Ciao come va?, se passi dal mio blog c'è un premio per te (è una sorta di gioco a catena, io ho deciso di giocare ed ho voluto dare a te il premio)! :)

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Cheddite?