Una sera, ritornando a casa dai miei vagabondaggi per la citta', ubriaco
- fradicio, ebbi la sensazione che il gatto evitasse la mia presenza. Lo
- afferrai, e l'animale, allora, spaventato dalla mia violenza, mi produsse sulla
- mano, con i suoi denti, una lieve ferita. In un attimo fui invaso da una furia
- demonica. Non mi riconoscevo piu'. Era come se la mia anima originaria mi si
- fosse a un tratto spiccata dal corpo, e una malvagita' peggio che infernale,
- alimentata dal gin, pervase ogni fibra del mio essere. Mi tolsi di tasca un
- temperino, lo apersi, afferrai la povera bestia per la gola, e deliberatamente
- gli feci saltare l'occhio dall'orbita. Arrossisco, avvampo, rabbrividisco,
- mentre la mia penna descrive questa inaudita atrocita'.
Edgar Allan Poe, Il gatto nero.
magnifica!
RispondiEliminaEhi Ciao come va?, se passi dal mio blog c'è un premio per te (è una sorta di gioco a catena, io ho deciso di giocare ed ho voluto dare a te il premio)! :)
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